Ridere è una cosa seria!

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Non ne ho mai fatto mistero: mi piace ridere e sorridere; mi piacciono le persone che ridono e che sorridono. Mi piace essere ironica e autoironica, con l’accortezza (spero riconosciuta) di non mancare mai di rispetto a me e agli altri. E non puoi neppure immaginare quante volte questo mio modo di fare mi abbia salvata da situazioni che potevano essere imbarazzanti o pesanti da gestire emotivamente, non solo per me. E sono grata a tutti coloro che hanno riconosciuto e apprezzato il potere del mio sorriso, non sempre sintomatico di felicità e allegria!
Non che sia incapace di lasciarmi andare a fiumi di lacrime o musi lunghi, se occorre ricaricare le pile, ma l’accanimento sulle emozioni negative non la reputo una strategia vincente. Quantomeno non per me.
E non l’avevo completamente razionalizzato come atteggiamento fino a quando non ho letto alcuni articoli sull’umorismo, compreso quello di Sara Mohammad Abdellatif, Il lato serio del comico, pubblicato nel numero di Gennaio 2019 della rivista “Mind. Mente & Cervello” (pp. 32-39), in cui ho riconosciuto in parte la mia esperienza e le sensazioni che mi offrono le persone di cui preferisco la compagnia.
Mi piacerebbe elencare dei punti salienti dell’articolo per provare a riflettere insieme su quale è il nostro rapporto con l’umorismo e con la vita, personale e professionale, e semmai prendere qualche idea per cambiare qualcosa nel nostro modo di comportarci e migliorare le nostre relazioni sociali.

L’ UMORISMO

  • è fondamentale in tutte le attività che hanno bisogno di una grande concentrazione intellettuale
“ridere è un ottimo modo per rimanere focalizzati su ciò che richiede tenacia e sacrificio … il divertimento è ancora più efficace del riposo quando l’obiettivo è rimanere attaccati alla scrivania per il tempo necessario a compiere il proprio dovere”
 
  • favorisce un buon rapporto coi colleghi e una migliore produttività
“una battuta ben riuscita può fare miracoli: stempera lo stress da sovraccarico di lavoro, mette le persone a proprio agio e favorisce un clima di fiducia reciproca, tutti elementi che incidono positivamente sulla nostra produttività”
 
  • migliora la vita nella Terza Età
“Il senso dell’umorismo aiuta a invecchiare bene, perché gli anziani con una spiccata vena comica si svegliano con livelli più bassi di cortisolo”
 
  • condizioni fisiche precarie, per cui i suoi benefici sono spesso paragonabili a quelli derivati dall’esercizio fisico
“Le terapie che promuovono un approccio umoristico nel rapporto con il paziente, abbassando il suo livello di stress in una situazione di sofferenza, lo predispongono a reagire positivamente alle cure dei medici”
 
  • contribuisce al miglioramento della memoria e dell’apprendimento
“l’umorismo influenza ciò che guardiamo e ci soffermiamo sulle cose buffe a scapito di quelle noiose”
 
  • aiuta a trovare il partner giusto, o quantomeno un’amicizia o una compagnia compatibile:
“condividere il senso dell’umorismo … dà informazioni  sul carattere di una persona e, più delle affinità culturali …, serve a individuare i partner con cui riteniamo utile instaurare un rapporto di cooperazione … lo humour potrebbe essere non solo un segnale di intelligenza o di altre caratteristiche desiderabili, ma anche una prova ulteriore del fatto che due persone sono compatibili”
 
  • partecipa alla spiegazione dell’evoluzione dell’uomo:
“le persone imparano dai propri errori e ridere trascina l’attenzione sugli errori, quindi l’umorismo è la gioia di scoprire qualcosa”

 

Certo, l’umorismo non è per tutti e, anche, non sempre si apprezza lo stesso tipo di umorismo, tuttavia vorrei salutarti con le parole di George Eliot:

Indossa un sorriso e avrai amici; indossa un broncio e avrai le rughe!

 

 

 

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