Life Coaching

Come può un semplice raggio fare la differenza per così tante vite? Come possono tante persone fidarsi di quella luce e di quelli che la custodiscono? Solo da adulto, ho capito perché mi affascinano tanto queste magnifiche torri. Sono sempre stato rapito dal fascio di luce brillante del faro, e dal suo scopo: guidare le navi e i suoi equipaggi in acque sicure. Pioggia o nebbia, tempesta o foschia, la luce è sempre là, dietro la lente di cristallo, una sorta di muro trasparente posto innanzi alla fonte luminosa per amplificarne la forza.
(Sergio Bambarén)

Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia,
ma una vita senza senso è la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio.
È una barca che anela al mare eppure lo teme.
(George Gray, poesia di Edgar Lee Masters, in Antologia di Spoon River)

 

Se pensi che questa poesia avresti potuto scriverla tu e te ne rammarichi, sei nel posto giusto.

 


 

Quando mi sono avvicinata al mondo del coaching mi trovavo in un periodo in cui sentivo di volere nuovi stimoli per indirizzare la mia vita verso una piena realizzazione, che andasse al di là di ogni idea precostituita, e si avvicinasse il più possibile, e con ragionevole elasticità, alle mie inclinazioni personali.
Terminati gli studi da un pezzo, avevo anche un bel lavoro che ben si conciliava con le mie passioni e il mio stile di vita desiderato, avevo già una famiglia, in via di sviluppo, abitavo già in un appartamento che mi faceva sentire a casa, con una buona rete sociale e interessi e hobby vitali.
Quindi cosa mi mancava?, qualcuno potrebbe chiedersi.
Non credo sia necessario provare un senso di insoddisfazione, privazione e mancanza per volere aderire a un progetto di trasformazione, intesa come processo di rinnovamento interno, poiché passaggi “epocali” nella mia vita li avevo già affrontati accogliendone gli effetti multiformi delle scelte; ed era in già procinto la realizzazione di un progetto familiare nel quale avevo già investito tempo ed energie: bastava solo pazientare e attendere.
In sintesi, non ero alla ricerca di ulteriori pungoli per fare altro e ottenere di più, piuttosto di mezzi per imparare a fare meglio e stare e godere.
L’arrivo al coaching, dunque, non è stato desiderato né cercato, ma casuale: l’ho trovato quando volevo strumenti e incentivi per ascoltarmi e conoscermi meglio e vivere appieno la vita, non più “in attesa di”, piuttosto “in presenza di” perché tra vivere bene e vivere sentendo di stare bene la differenza non è irrilevante.
Volevo fare attenzione.
All’epoca, nei confronti del coaching avevo un atteggiamento misto tra curiosità e scetticismo, poiché quel poco che già conoscevo aveva quell’impronta di esaltazione motivazionale, a tratti magica e pseudoscientifica, in cui non mi riconoscevo e non ero interessata a picchi di notorietà e ricchezza spesso promessi con comunicazioni dal sapore demagogico e artificioso.
Ho poi scoperto con grande soddisfazione altre aspetti del coaching che, in estrema sintesi, non erano basati sull’assioma, dal mio punto punto di vista illusorio, “puoi fare tutto” bensì sulla sicurezza che “puoi fare tutto quello che sei in grado di fare”: e scoprire quello che si è in grado di fare è la chiave del benessere in senso lato e spesso la cosa più difficile, perché si tratta di conoscersi così a fondo da scoprire e accettare talenti e limiti, anche quando questi non sono in linea con l’immaginario collettivo di liceità.
Il coaching ha stravolto la mia vita? Direi di no.
Tuttavia, di certo ha migliorato la mia capacità di ascolto e comprensione di me stessa e degli altri e di stare al mondo, bene e nei miei panni.
Conosco persone resistenti al coaching perché, seppure fortemente attratte, temono cambiamenti repentini e dirompenti nella propria vita che hanno paura poi di non riuscire a sostenere nel tempo. Lo capisco.
Come coach, il mio modo di accompagnare le persone non è in funzione di una rivoluzione di vita bensì di un’evoluzione di sé stessi e del proprio approccio alla vita.
Trasformare innanzitutto il proprio mondo interiore e poi, va da sé, ciò che è esterno evolverà inevitabilmente di pari passo.

Il passato è oramai alle spalle, può insegnare qualcosa ma non può essere un’àncora sicura per sempre.
Il presente dura un soffio e non lo si può trattenere, meglio imparare a viverlo piuttosto.
Il futuro è fra un soffio, gioverebbe predisporsi a trarne beneficio.
Se sei d’accordo anche tu e se aspiri a un cambiamento e al contempo lo temi, io posso aiutarti.
La vita è come il mare: a volte burrascosa, altre lievemente alterata, e anche quando è tranquilla sotto c’è un fermento continuo, un brulicare di vita, affascinante tuttavia faticoso.
Lo è per tutti e, presi d’assalto da tanti stimoli esterni contrastanti, non sempre si hanno le energie o la lucidità per riuscire a rimanere a galla; e può succedere di sentirsi come barche disperse nell’immensità della distesa marina e di aver bisogno di una guida per scorgere, anche da lontano, la meta del viaggio e non perdere la rotta, prima che sia troppo tardi e si riduca la visibilità.
Attenzione, però, a manovrare il timone dovrai essere tu: punteremo tutto sulle tue forze e potenzialità.
Io ti accompagnerò nel percorso di trasformazione ed evoluzione, che prevede necessariamente una tua assunzione di responsabilità e richiede azione da parte tua.
Io ti aiuterò a
focalizzare l’attenzione su di te e su cosa realmente ti interessa, vuoi e puoi fare;
– riconoscere la posizione che innanzitutto oggi occupi nel mondo;
– chiarire verso quale direzione vuoi muoverti nel tuo percorso trasformativo.

 


 

Come lavoreremo
Prenderemo un primo appuntamento conoscitivo, di persona o in videoconferenza, durante il quale ci confronteremo per capire se possiamo lavorare insieme.
Sin dal primo incontro ti consiglio di munirti di carta e penna per prendere appunti.
Ci vedremo poi per altre 5 sessioni, a distanza di quindici giorni circa, in cui focalizzeremo l’obiettivo da raggiungere e stabiliremo insieme la strategia di azione.
A ogni incontro staremo insieme per 60 minuti e riceverai tutta la mia attenzione: ascolterò, farò domande e lancerò alcune sfide per iniziare a muoverti verso il cambiamento.
Dopo ogni sessione, ti manderò per e-mail un pdf relativo al nostro dialogo, compresi alcuni esercizi di riflessione, a volte anche nozioni di coaching e accenni alle neuroscienze: alla fine del ciclo potrai, dunque, disporre di vere e proprie dispense a cui potrai regolarmente fare riferimento, anche in seguito, per verificare l’avanzamento del tuo percorso verso i tuoi obiettivi.
Se vuoi capire come possiamo lavorare insieme, scrivimi, prendiamo un primo appuntamento conoscitivo (senza alcun obbligo di impegno futuro!) e gratuito e raccontami qualcosa di te. Preparerò poi un progetto da condividere con te per valutare insieme una strategia che miri a raggiungere l’obiettivo ma che sia affine ai tuoi ritmi e alla tua personalità.