Un libro mi disse: “Britt Marie è stata qui ovvero “non è mai troppo tardi per cambiare la nostra vita” ” di Fredrik Backman (post di Paola Carbellano)

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La rubrica Un libro mi disse prende spunto dal libro di Tiziano Terzani Un indovino mi disse: qui l’autore racconta di come la profezia di un indovino, da lui accolta in bilico tra gioco e cauta credulità, lo invitò a fare delle scelte che lo aprirono a nuove esperienze, permettendogli di scoprire un suo mondo tutto interiore. Ho scorto un parallelo con il fatto che spesso leggere un libro, un romanzo, un racconto, potrebbe essere l’occasione per conoscere meglio se stessi e dare una svolta non programmata alla propria vita.

Per la rubrica Un libro mi disse di seguito potete leggere come Paola Carbellano è stata ispirata dal romanzo Britt-Marie è stata qui di Fredrik Backman.
Buona lettura! 
 
Spesso sento amici e conoscenti riferire di provare il desiderio di cambiare qualcosa della propria vita o sostenere che il loro livello di tolleranza nei confronti di una determinata situazione ha passato il limite di guardia. Si parla di un lavoro che non li soddisfa più, di una relazione che toglie energie, ma anche di una città che sta stretta o altro.
Passare da questa sensazione di fastidio alla modifica effettiva di qualche elemento della propria vita è impresa non sempre facile e neppure immediata. E così le situazioni si trascinano e ci si attarda a rimanere con un marito/moglie insopportabile o un lavoro poco soddisfacente, ecc…
Cosa impedisce di passare all’azione? Certo, se da un lato il desiderio di cambiare è reale, dall’altro la quotidianità è così confortante – perché la conosciamo in tutti i suoi aspetti – che si rimane inchiodati alla solita consuetudine. Trovare lo slancio per cambiarla o anche solo immaginare un’alternativa spaventa, sembra richiedere troppe energie.
Talvolta però può bastare poco per attivare il cambiamento sperato. Io per esempio trovo spesso ispirazione dai libri che leggo. Recentemente ho letto Britt Marie è stata qui, una storia davvero rivelatrice dal punto di vista della movimentazione della propria vita e dopo questa lettura qualcosa per me è cambiato.
Britt-Marie ha sessantatré anni, un marito che accudisce con dedizione, una vita da casalinga premurosa con l’ossessione per l’ordine e la pulizia. Un giorno accade che scopre che il tranquillo Kent, marito impeccabile e guida della sua vita, la tradisce da anni. Lo sconforto la coglie e vorrebbe lasciarlo. Come fare però? Non ha un’altra abitazione oltre a quella coniugale, non ha di che vivere, o qualche amico/a a cui appoggiarsi. La situazione è veramente “tosta” ma Britt Marie ce la farà, dimostrando che qualcosa che sembra impossibile si può fare.
Quale è la ricetta di Britt Marie? Innanzitutto sperimentare, essere aperta alle novità e da queste farsi coinvolgere.
In primo luogo, Britt Marie, dopo aver digerito le novità a proposito del marito, un po’ in ansia per il futuro e un po’ in preda alla nostalgia per il buon caffè di casa, da lì se ne va e si registra all’ufficio di collocamento. Ritiene infatti che vivendo da sola, se dovesse capitarle qualcosa di brutto, nessuno se ne accorgerebbe. Meglio avere un lavoro allora. Fosse anche in un paesino sperduto con solo una strada che porta in due direzioni, abitato da adulti alcolizzati e ragazzini che passano il tempo giocando a calcio in un parcheggio. Da che arriva nel paesino di Borg, dire che Britt Marie si apra alle novità è poco; queste letteralmente la travolgono e lei le lascia fare. Atterra come un alieno nella piccola comunità, ma subito i suoi modi burberi e formali, la sua mania per la pulizia conquistano subito gli abitanti. Perché succede questo? Il suo comportamento è nuovo per la comunità dove cerca di inserirsi così come lo stile di questa comunità è nuovo per lei e mutare prospettiva è facile perché non ne può fare a meno. Proprio lei che non ha mai potuto sopportare il gioco del calcio, viene addirittura nominata allenatrice della squadra di calcio. In pochi giorni stringe amicizie e fa molte più esperienze di quante non ne abbia mai fatte in tutta la sua vita. Un vero tourbillon di dinamismo ed energia, così insperato fino a qualche tempo prima che il suo motto diventa
“Se si può fare e allora facciamolo!”
Io dopo la lettura mi sono detta “Se si può cambiare, allora facciamolo!”
E lo stesso dico a chi sta leggendo questo post e un po’ si è identificato.
Come sempre, buona lettura!

 

 

 

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