Un libro mi disse: “Foto di gruppo con signora” di Heinrich Böll (post di Angela Salvatore)

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La rubrica Un libro mi disse prende spunto dal libro di Tiziano Terzani Un indovino mi disse: qui l’autore racconta di come la profezia di un indovino, da lui accolta in bilico tra gioco e cauta credulità, lo invitò a fare delle scelte che lo aprirono a nuove esperienze, permettendogli di scoprire un suo mondo tutto interiore. Ho scorto un parallelo con il fatto che spesso leggere un libro, un romanzo, un racconto, potrebbe essere l’occasione per conoscere meglio se stessi e dare una svolta non programmata alla propria vita.

Per la rubrica Un libro mi disse di seguito potete leggere quanto scrive Angela Salvatore su Foto di gruppo con signora di Heinrich Böll.
Buona lettura! 

 

Foto di gruppo con signora è stato per me una rivelazione prima ancora che un romanzo. Da quel momento ho regalato decine di copie e l’ho riletto integralmente almeno cinque volte, ricavandone sempre motivi di stupore.

Lascio alle parole di Heinrich Böll la presentazione dell’opera:

Ho tentato di descrivere, o di scrivere il destino di una donna tedesca che si avvicina alla cinquantina, e che ha dovuto portare tutto il peso della Storia tra 1922 e il 1970”.

La prima volta che ho incontrato Leni avevo sedici anni e mi trovavo nella fase bulimica in cui, dopo aver letto Opinioni di un clown, E non disse neppure una parola e alcuni racconti, volevo leggere tutto quello che Heinrich Böll aveva scritto.

Ora ho l’età della protagonista e sono trascorsi 32 anni da quel primo folgorante incontro, tenterò di tirare le fila di questo dialogo intermittente e fruttuoso con il romanzo.

L’impianto narrativo, lontano dal modello del romanzo classico, è quello dell’indagine giornalistica, che attraverso l’esame delle prove e delle testimonianze restituisce scientificamente la realtà indagata.

Nella vicenda raccontata non ci sono elementi di eccezionalità, la normalità è quella defilata dei piccoli che vivono la storia senza condizionarne il percorso. Ma quale storia Böll ci propone? La storia di Leni? La storia della scrupolosa indagine? La storia di uno scavo pagina dopo pagina nella comprensione di un personaggio? O, ancora, la storia di un affresco che accende i riflettori sulle vicende umane di una cinquantina di personaggi che il lettore incontra?

La storia è tutto questo insieme, complessa e affascinante come la vita.

Foto di gruppo con signora è un percorso di avvicinamento incalzante verso la protagonista, dove il lettore è costretto a tenere in considerazione tutti i punti di vista e non può concedersi il lusso dell’idealizzazione romantica. Nonostante questo Leni, contraddistinta dalla sua indole modesta, introversa e a tratti imprevidente, appare colorarsi di tinte epiche a partire dal suo amore quasi maniacale per la fisiologia fino alla sua condotta che disattende le convenzioni sociali in favore di una naturalità che poco ha da spartire con qualsiasi forma di scelta cosciente.

Böll disegna un’eroina senza ideologia e, insieme, una santa laica devota alla materia corporea più che alla spiritualità, e sembra sussurrarci in ogni pagina che la grandezza è nell’umanità.

La grandezza di Leni, che “non capisce più il mondo e dubita di averlo mai capito”, sta nel coraggio di essere umana. Non agisce la ribellione alle convenzioni e non rifiuta le categorie del contesto, semplicemente non le appartengono.

La meraviglia di Leni è appartenere all’umano prima che alla società e la sua grandezza si incarna nelle azioni. La scena in cui Leni offre il prezioso caffè al prigioniero russo è restituita al lettore a più riprese da diversi personaggi con diverse opinioni e, attraverso questo puzzle di sequenze ripetute da punti di vista diversi, il racconto diventa tridimensionale in un crescendo addizionale di informazioni che restituiscono la pienezza di un gesto epico e politico.

In Foto di gruppo con signora non esiste oggettività, l’autenticità è il risultato della moltiplicazione delle voci.

Non è questo che dovremmo fare ogni giorno inseguendo le nostre ambizioni di oggettività?

In questa spasmodica ricerca di attendibilità Böll non dimentica il dato storico e il suo approccio è disincantato e scientifico. A differenza di tanta letteratura post-bellica il risultato è il quadro inquietante di una realtà dove non si riconoscono fazioni contrapposte, buoni e cattivi, la distinzione tra vincitori e vinti è labile e permeabile, il nazismo non è un male assoluto che schiaccia i deboli ma la polvere che si respira in ogni via e in ogni momento della giornata. Il dualismo tra bene e male si disperde in un’immagine confusa che si nutre di miseria, di cupidigia, di inconsapevolezza. Per le nostre coscienze, assetate di giustizia e lieto fine, è un approccio difficile da digerire. Se i bombardamenti sono nello stesso tempo le occasioni per il dipanarsi di una storia d’amore e la devastazione di una città, perderemo i punti di riferimento e saremo spinti oltre la nostra zona di comfort e la persistenza dei preconcetti.

Foto di gruppo con signora è un affresco che allarga i suoi margini di personaggio in personaggio, mostrandoci vicende e pulsioni che centrifugano la storia ufficiale e la disperdono in mille rivoli di cronaca, ma è anche lo scavo archeologico che penetra fin nelle viscere della protagonista.

Non solo. Ai racconti e alla consistenza della soggettività, Böll affianca la fiscale oggettività delle fonti documentali, apocrife, inventate e storiche come parte delle informazioni disponibili per l’indagine.

Nel testo l’Autore è identificato con il suo proprio ruolo, il lettore ne segue i passi, le difficoltà e le argomentazioni ed entra con lui sempre più a fondo nella vicenda. Entrare nella vicenda significa conoscerla nei minimi dettagli, fare proprie le voci di tutti i personaggi e, infine, esserne inghiottito come personaggio.

Il passaggio da cronaca a azione, da narratore a attore nella vicenda non è ciò che accade a tutti noi ogni giorno? Il testimone neutro non esiste e insieme a lui non esiste la Storia (neppure quella letteraria), sostituita da una potente immersione nella vita.

Ascoltare è un processo psicologico che si distingue dal processo sensoriale definito come sentire.

L’ascolto attivo è la competenza fondamentale di un coach necessaria alla creazione di un rapporto, è un processo a due vie in cui si ascolta e si comunica l’ascolto.

In quest’ottica Foto di gruppo con signora è una potente metafora di quello che accade con l’ascolto attivo. Non siamo forse noi, in veste di coach o di coachee all’interno della relazione co-creata, ad applicare un ascolto attivo e a misurarci con powerful question, a diventare parte delle vite che incrociamo? Non è forse ogni processo trasformativo il risultato dell’interazione tra le individualità, il coachee, il coach e il mondo intorno?

Un anno dopo la pubblicazione di questo romanzo, nel 1972 Böll ricevette il Nobel per la letteratura.

Nel frattempo il mondo è cambiato completamente, non solo nella geografia, eppure il romanzo è ancora attuale perché parla di umanità.

E proprio dal nostro essere umani dobbiamo ripartire ogni volta.

 
 

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