L’arte di viaggiare in pillole

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Con l’invito di leggerlo interamente, vi propongo qui un brevissimo compendio di alcuni spunti per me focali tratti da L’arte di viaggiare di Alain de Botton, scrittore dalle riflessioni sempre molto acute. Spero che alcune tra queste possano essere utili anche a voi.
GODITI IL TEMPO DELLA VACANZA
Spesso si fa l’errore di focalizzare troppo l’attenzione sul momento della progettazione del viaggio, organizzando ogni minimo dettaglio: si vive dunque tutti proiettati sul futuro, in perenne attesa che l’avventura cominci.
Poi in viaggio chissà la testa e il cuore dove sono, forse troppo schiavi di una scaletta da seguire pedissequamente e delusi da eventuali variazioni forzate, o preoccupati per quello che abbiamo lasciato a casa o che ci aspetta al ritorno, o crucciati da piccole assenze e mancanze delle solite abitudini, presi dall’ansia di essere usciti dalla routine… mentre il tempo passa e, in un battibaleno, è arrivato il momento di tornare.
Finalmente a casa, poi, si rimpiange di non aver goduto appieno il viaggio, di non aver fatto quell’esperienza che si sarebbe potuta fare, si ricorda quanto si stava bene in quel momento, senza esserne consapevoli.
RIDIMENSIONA LE ASPETTATIVE E CONCEDITI ALLA SORPRESA
Nell’abuso di quest’epoca, si è perennemente bombardati da immagini, pubblicitarie e di opere d’arte, che inquadrano luoghi lontani e tanto agognati, tanto da solleticare la curiosità di andare a visitarli.
Secondo Alain de Botton queste immagini accattivanti ricoprono un ruolo ambivalente:
  • focalizzando l’attenzione sul bello di un luogo o di un monumento, mettono in ombra o eliminano del tutto il brutto: ciò da una parte fa buon gioco all’armonia dell’immagine e alle suggestioni suscitate; ma dall’altra, quando ci si trova di persona, l’aspettativa di meraviglia e godimento del solo bello non viene spesso mantenuta, in quanto il brutto mina la godibilità di certi luoghi, monumenti e paesaggi;
  • tuttavia è anche grazie alle opere d’arte (o alle pubblicità) che si riesce a riconoscere un determinato particolare, che altrimenti si rischierebbe di ignorare a causa del “rumore di fondo” del brutto che circonda il bello.
ALLEGGERISCI IL BAGAGLIO
Uno dei freni maggiori all’apprezzamento del viaggio è il viaggiatore stesso in prima persona, quando teme di perdere il controllo delle sue quotidiane abitudini: porta con sé troppe cose, soprattutto porta troppo se stesso. Si tratta di un bagaglio troppo pesante, materiale e soprattutto emotivo, che si rivela più una zavorra e una limitazione piuttosto che una “zona confortevole” in cui adagiarsi.
LA VACANZA NON DONA LA FELICITA’
Tante volte capita di affidare la propria felicità a una vacanza: peccato che, se non si cambia atteggiamento verso la vita, si è le stesse persone di sempre e non sarà la vacanza o il viaggio a rendere felici, se non si è accoglienti verso la novità e il cambiamento.
Se nella vita quotidiana si è apatici, tristi e insoddisfatti, non è detto che il problema sia il luogo in cui si vive, ma dipende dalla persona in sé, che favorisce dinamiche comportamentali sbagliate e rischia di riproporle anche altrove.
Leggete quanto Baudelaire scrisse in Le Voyage: “A me sembra che starei sempre bene là dove non sono e senza sosta dibatto con la mia anima il problema del dislocarmi”. Il suo vero desiderio riguardava solo la voglia di allontanarsi, il nocciolo non era solo la meta: “Non importa dove! Non importa dove! Purché sia fuori da questo mondo!
Se vi riconoscete, sta a voi cambiare innanzitutto!
NON PREOCCUPARTI SOLO DEL DOVE, MA ANCHE DEL COME
Spesso capita di essere così indirizzati alla meta che non ci si cura del viaggio in sé, soprattutto del mezzo di trasporto di cui si intende servirsi: anche quello fa parte della vacanza e sottovalutarne il peso potrebbe influenzarne il godimento.
Insomma, nave, aereo, treno, auto… non è mai la stessa cosa!
Il treno, ad esempio, che non impegna nella guida, va abbastanza veloce da non lasciare la sensazione del “ritardo” ma abbastanza lentamente per offrire l’occasione di godere del paesaggio, aiuta a fare in modo che il viaggio sia un levatrice del pensiero, pensiero che spazia e si nutre di vasti panorami che facilitano i pensieri introspettivi e creativi.
SII CREATIVO
Un viaggio deve stuzzicare la curiosità e non sempre le guide di viaggio fanno buon gioco:
  • formule del tipo “questa cosa è imperdibile” carica il viaggiatore di aspettative, spesso deluse;
  • dando una serie di nozioni artistiche e storiche, per quanto interessanti, bloccano l’immaginazione e castrano i pensieri;
  • se qualche suggerimento in realtà non incontra il gradimento del viaggiatore, ci si sente quasi in colpa di pensarla diversamente dall’autorità della guida.
De Botton invita, dunque, a viaggiare senza dare troppo peso alla guida di viaggio ma lasciandosi ispirare dall’istinto e da quello di cui si ha bisogno in quel momento: potrebbe essere un modo per godere meglio della vacanza e non essere costretti in percorsi ed emozioni stabiliti da altri, per quanto possano essere riconosciute dalla maggior parte delle persone.
SCOPRI TE STESSO
A volte durante il viaggio si comprende di essere nati nel posto sbagliato e di ritrovare la propria identità e le proprie passioni in luoghi lontani, del tutto persi nel luogo in cui si vive: il viaggio, dunque, può anche rivelarsi come l’occasione per scoprire se stessi.

 

Buon viaggio a tutti!

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